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“The Bikeriders”: un viaggio nella ribellione degli anni Sessanta tra libertà e senso di appartenenza, amore e violenza

Una storia avvincente di motociclisti, identità e cambiamento sociale con Austin Butler, Jodie Comer e Tom Hardy: il film scritto e diretto da Jeff Nichols è in arrivo nelle sale cinematografiche italiane dal 19 giugno

“The Bikeriders”, scritto e diretto da Jeff Nichols, è il film in arrivo al cinema in Italia il 19 giungo e che vede protagonisti Austin Butler, Jodie Comer e Tom Hardy. Si tratta di un viaggio intenso e coinvolgente attraverso l’America ribelle degli anni Sessanta. Il lungometraggio, costato 40 milioni di dollari, si ispira all’omonimo libro fotografico di Danny Lyon e racconta la storia dei Vandals, uno dei più noti club di motociclistici del Midwest nonché la loro evoluzione da un gruppo di amici outsider a una banda pericolosa e violenta (a volte loro malgrado).

La narrazione segue Kathy (Jodie Comer), una giovane determinata che si innamora di Benny (Austin Butler), membro tanto ingestibile dei Vandals quanto fedele proprio al gruppo, guidato dall’indecifrabile Johnny (Tom Hardy). Mentre il club cresce e si trasforma, anche il Paese cambia, riflettendo il tumulto sociale e culturale dell’epoca. Benny, in particolar modo, si trova a dover affrontare tale cambiamento, cercando di non soccombere ad esso.

Il controverso e complicato percorso che affronterà metterà alla prova le sue convinzioni, il suo senso di appartenenza e perfino i rapporti più profondi e intimi che è riuscito ad instaurare, ovvero quelli con Kathy e Johnny, i quali, a loro volta, capiranno quanto sia impossibile contendersi e soprattutto ottenere la completa attenzione del tormentato ed irrisolto Benny.

Trailer e trama The Bikeriders

The Bikeriders racconta di un’epoca ribelle, di profondo cambiamento sociale e culturale. Dopo un incontro casuale in un bar, la determinata Kathy (Jodie Comer) è irrimediabilmente attratta da Benny (Austin Butler), il nuovo membro dei Vandals, il club motociclistico del Midwest guidato dall’enigmatico Johnny (Tom Hardy). Il club comincia a trasformarsi, come il paese che li circonda, passando da un luogo di ritrovo per gli outsider locali a un covo pericoloso e violento, costringendo Benny a scegliere tra Kathy e la sua fedeltà al club.

Le notevoli e credibilissime interpretazioni di Jodie Comer, Austin Butler e Tom Hardy contribuiscono significativamente alla riuscita del film. Ognuno di loro si cala perfettamente nella parte, rendendo i personaggi complessi e autentici. Anche il resto del cast, tra cui Michael Shannon e Mike Faist, offre performances di alto livello, arricchendo ulteriormente la narrazione e dimostrando un’eccezionale scelta di casting -incredibili oltre alle interpretazioni le somiglianze degli attori con i protagonisti della vera storia- che eleva l’intero progetto, rendendolo uno dei prodotti cinematografici più interessanti di metà anno.

Il cast completo include anche Norman Reedus, Boyd Holbrook, Damon Herriman, Beau Knapp, Emory Cohen, Karl Glusman, Toby Wallace, Happy Anderson, Paul Sparks, Will Oldham, Nathan Neorr, Valerie Jane Parker, Tony Donno, Mike Endoso, Rachel Lee Kolis, Phuong Kubacki, Erin Scerbak, Michael Abbott Jr. e David Myers Gregory.

Il film esplora temi universalmente complicati e dalle molteplici sfumature nonché sfaccettature come la libertà individuale, la comunità e la ribellione, intrecciandoli con la cultura motociclistica americana, un fenomeno radicato e significativo. I Vandals rappresentano un microcosmo di questa cultura, con il loro spirito di cameratismo e lealtà simile a quella di un branco di lupi, sebbene spesso con istinti animaleschi ancor più predominanti.

Questa dinamica di famiglia contorta ma strettamente legata è centrale nella narrazione, evidenziando l’importanza dell’identità e dell’appartenenza e, contestualmente, la sofferenza relativa alle perdite, agli abbandoni, ai lutti e ai cambiamenti inevitabili che toccano e mutano qualsiasi gruppo, perfino il più unito, mutandone e alterandone definitivamente gli equilibri.

Nichols con The Bikeriders riesce proprio a catturare l’essenza di un’epoca di profondo cambiamento, dove i giovani cercavano nuovi modi di esprimere la loro ribellione e il loro desiderio di libertà. La splendida fotografia del film, accompagnata da una colonna sonora evocativa (altri notevoli plus della pellicola), riescono a far immergere lo spettatore nell’atmosfera del Midwest degli anni Sessanta, con le sue strade polverose e i suoi paesaggi aperti, simboli di un mondo in mutamento.

Il club dei Vandals, con tutte le sue problematiche interne e le tensioni con la legge, diventa una leggenda, nonostante le difficoltà. L’arrivo dei nuovi membri, bramosi di far parte di un simile clan, porta a una trasformazione complessiva radicale, stravolgendone i valori originali e introducendo elementi di illegalità nonché una spirale di violenza, incrementandola vorticosamente in un crescendo sempre più netto e marcato e soprattutto gravoso. Questa trasformazione riflette il ciclo inevitabile di nascita, crescita e declino, mostrando come nulla sia immune al passare del tempo e ai cambiamenti che esso porta inevitabilmente con sé.

Le relazioni tra i personaggi principali sono complesse e appassionanti e conferiscono ulteriormente a The Bikeriders una caratterizzazione particolarmente intimista e coinvolgente. Kathy e Johnny quasi si contendono l’amore e l’attenzione di Benny, creando un triangolo emotivo che aggiunge profondità alla storia. Le donne dei Vandals poi, nonostante il club cambi e si “evolva”, rimangono legate da un filo indissolubile, dimostrando che i legami creati in quel contesto sono difficili da spezzare. Lo stesso discorso vale per ogni sinolo componente del gruppo.

L’intensità della storia di “The Bikeriders” è palpabile in tutte le scene, mostrando appunto il rapporto viscerale tra i protagonisti. Questo legame profondo, quasi fraterno e a tratti soffocante e al limite del morboso, è però sempre messo alla prova dalle distanze individuali che emergono inevitabilmente.

La forza dei legami personali non può nulla contro il cambiamento inesorabile della società e il mutamento del tempo. Anche se il senso di appartenenza e quello di ribellione uniscono i protagonisti, fino a un certo punto. Il film mostra invero come ogni individuo rimanga, in fondo, solo davanti ai grandi cambiamenti della vita. “The Bikeriders” non solo cattura un’epoca, ma esplora anche la fragilità delle connessioni umane di fronte all’ineluttabilità del cambiamento.

“The Bikeriders” è quindi un film che affronta diverse tematiche in modo onesto e senza fronzoli, pretese o buonismo. È una storia che fa riferimento a persone vere e che risulta potente oltre ad essere ben realizzata. Oltretutto riesce ad appassionare perfino chi non è un amante delle moto e del mondo dei bikers. Nichols con questo lungometraggio ha coronato il suo sogno decennale, portando sul grande schermo una cultura e un’epoca indelebili e che, sebbene non esistano più, mantengono un fascino e un’attrattiva archetipica. Il film è una celebrazione della gioventù, del mito della strada e dell’irraggiungibile utopia della libertà, lasciando una traccia significativa nello spettatore.

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Written by Veronica Sgaramella

Nata a Roma nel Luglio 1990, laureata in Scienze Politiche, Sociologia e Comunicazione presso La Sapienza. Coordinatrice, redattrice e inviata di Yepper Magazine, precedentemente redattrice per Vocegiallorossa, poi collaboratrice e speaker @ 1927 On Air - la storia continua, in onda su Centro Suono Sport. Opinionista periodica sportiva a Gold TV. Ora co-conduttrice di Frequenze Giallorosse (ReteneTVision). SocialMente attiva, amo leggere, viaggiare e immortalare attimi.

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