Guardia di Finanza: sequestrate 356 tonnellate di miele irregolare proveniente dall’estero per oltre 1 milione di euro

Di Alessandro Margottini                        

ROMA. Proteggere la produzione mellifera nazionale, una delle nostre eccellenze agroalimentari riconosciute nel mondo, dalle potenziali interferenze commerciali causate dall’immissione di miele estero di bassa qualità. Questo è l’obiettivo di un progetto condiviso tra la Componente Speciale della Guardia di Finanza – Nucleo Speciale Beni e Servizi ed il Dipartimento del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste – ICQRF; un progetto avviato a maggio dello scorso anno a seguito del quale sono state sequestrate 356 tonnellate di miele irregolare destinato al mercato italiano, per un controvalore commerciale superiore al milione di euro.

Un campionamento di prodotto eseguito dagli ispettori dell’ICQRF

Il progetto – denominato “Miele 2023” – nel quale ha avuto un ruolo di primissimo piano il suddetto Dipartimento ICQRF (acronimo di Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agro-alimentari), è stato infatti concepito con l’intento di prevenire tanto i fenomeni distorsivi del mercato quanto le frodi (es. quella dell’italianizzazione di prodotti stranieri spacciati dunque come “Made in Italy”) e che – come nel caso in cronaca – puntano a sfruttare la qualità di un pregiato alimento prodotto dalla passione, oltre che dal lavoro, degli apicoltori italiani.

Attraverso un’approfondita analisi del settore, sono dunque stati identificati i flussi di prodotti provenienti dall’estero (Unione europea ed extra Ue) al fine d’individuare soggetti da sottoporre a controllo; un’analisi alla quale sono seguite verifiche e campionamenti di prodotto destinati ad essere commercializzato in tutta Italia, con parallele attività ispettive che hanno interessato stabilimenti di produzione e intermediari commerciali, anche in questo caso integrati da campionamenti di prodotto in transito dall’estero e destinato alla vendita in territorio unionale.

I risultati di tale sinergia tra l’ICQRF e il Nucleo Speciale retto dal Colonnello Gaetano Cutarelli non hanno tardato a manifestarsi, ciò attraverso l’identificazione di violazioni di natura amministrativa e penale connesse all’importazione di miele a basso costo proveniente da vari Paesi (principalmente dalla Cina), il tutto documentato dalle pertinenti analisi eseguite presso i laboratori dell’ICQRF grazie anche al supporto fornito – sul campo – dai Reparti territoriali GDF.

La modernissima caserma Montenegro sede del Comando Unità Speciali GDF

Le centinaia di tonnellate di miele finite sotto sequestro sono risultate provenire, oltre che dalla Cina, da Argentina, Brasile, Regno Unito, Romania, Spagna, Ucraina e Ungheria, mentre le principali violazioni rilevate alle analisi hanno riguardato la sofisticazione del miele realizzata mediante l’aggiunta di zuccheri estranei alla natura e alla genuinità del prodotto, nonché con l’utilizzo di trattamenti non consentiti.

Un capitolo a parte lo meritano poi le infrazioni relative ai requisiti d’informazione al consumatore, che nei casi accertati consistevano nella falsa indicazione della provenienza oltre che nella mancanza di tracciabilità dei prodotti lavorati e confezionati.

I risultati generati dal progetto in parola dimostrano dunque quale sia l’importanza e l’efficacia di un’azione sinergica tra le Istituzioni dello Stato. Un’azione necessaria a realizzare quell’ulteriore rafforzamento della produzione agroalimentare italiana che va difesa delle insidie e dalle contraffazioni che colpiscono il settore, le sue maestranze ed i consumatori, causando altresì un danno economico – oggettivamente rilevante – che non può essere tollerato.

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