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Guardia di Finanza: gioielli e orologi di lusso non dichiarati per un valore di 95.000 euro, fermato in provincia di Como un cittadino cinese

Di Valentina Giambastiani             

COMO.  I treni sono spesso utilizzati per contrabbandare beni di lusso in evasione dei diritti doganali, nell’errata convinzione che i relativi controlli siano meno incisivi rispetto a quelli effettuati sui valichi stradali, per questo la Guardia di Finanza di Como – Gruppo Ponte Chiasso, unitamente ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, predispone idonei servizi di contrasto che – non di rado – portano a sequestri di tutto rispetto.

Né è testimonianza l’ultimo episodio che ha visto protagonista un cittadino cinese, viaggiante a bordo di un treno diretto da Zurigo a Milano e fermato dai militari e dai doganieri mentre stava tentando di introdurre orologi di lusso e preziosi non dichiarati.

GDF – attività di vigilanza doganale a anticontrabbando sui convogli ferroviari

Agli operatori della GDF e dell’ADM saliti sul convoglio ferroviario per le loro continue attività di controllo ai fini doganali, l’uomo ha infatti riferito di non avere nulla da dichiarare, di non detenere merci al seguito e neanche un bagaglio proprio.

Niente affatto convinti da tali affermazioni, gli stessi operatori hanno dunque invitato il transitante a scendere dal treno al fine di approfondire il controllo.

Soltanto a questo punto l’uomo ha frettolosamente recuperato una valigia nella quale sono stati rinvenuti 11 orologi di lusso e 13 tra anelli, braccialetti e orecchini, tutti oggetti di marchi particolarmente ricercati come Rolex, Omega, Bulgari e Cartier.

Dalla documentazione commerciale rinvenuta al controllo è emerso che la merce in questione (valore complessivo superiore ai 95.000 euro), è stata acquistata in territorio elvetico nei giorni antecedenti al viaggio.

In ragione delle citate circostanze al trasgressore è stata dunque contestata l’irregolare immissione di merce nel territorio unionale, con un ammontare di diritti dovuti a titolo di dazio doganale e IVA pari a 22.474 euro, oltre ad una sanzione da 30.000 euro eventualmente ravvedibile di un quinto, mentre la preziosa merce sarà trattenuta in custodia sino a completa definizione amministrativa della vicenda.

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